Definizione e caratteristiche del disturbo nella Linea Guida nazionale

La ricerca di una definizione “legale” di autismo a fini interpretativi trova nella linea guida denominata “Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti (di seguito solo “linea guida”)” redatta a cura del Sistema Nazionale delle Linee Guida (Ministero della Salute – Istituto Superiore di Sanità) un valido ausilio.Nel predetto documento si legge che l’autismo “…è una sindrome comportamentale causata da un disordine dello sviluppo, biologicamente determinato, con esordio nei primi 3 anni di vita. Le aree prevalentemente interessate da uno sviluppo alterato sono quelle relative alla comunicazione sociale, alla interazione sociale reciproca e al gioco funzionale e simbolico“.

In termini più semplici e descrittivi, rappresentano i redattori della linea guida predetta, che i bambini con autismo:
• hanno compromissioni qualitative del linguaggio anche molto gravi fino a una totale assenza dello stesso;
• manifestano incapacità o importanti difficoltà a sviluppare una reciprocità emotiva, sia con gli adulti sia con i coetanei, che si evidenzia attraverso comportamenti, atteggiamenti  e modalità comunicative anche non verbali non adeguate all’età, al contesto o allo sviluppo mentale raggiunto
• presentano interessi ristretti e comportamenti stereotipi e ripetitivi.

Come viene evidenziato nella citata linea guida: “Esistono quadri atipici di autismo con un interessamento più disomogeneo delle aree caratteristicamente coinvolte o con sintomi comportamentali meno gravi o variabili, a volte accompagnati da uno sviluppo intellettivo normale. Le caratteristiche di spiccata disomogeneità fenomenica suggeriscono che il quadro clinico osservabile sia riconducibile a una “famiglia” di disturbi con caratteristiche simili, al cui interno si distinguono quadri “tipici” – ossia con tutte le caratteristiche proprie del disturbo a diversa gravità di espressione clinica – e quadri “atipici”, in cui alcune caratteristiche sono più sfumate o addirittura assenti, sempre con una gravità fenomenica variabile

Tutte le tipologie di disturbi vengono raggruppate all’interno della definizione di “disturbi dello spettro autistico” (che nell’ambito della linea guida comprendono i quadri descritti in ICD-10 e DSM-IV come sindrome di Asperger, autismo, autismo atipico, disturbo pervasivo dello sviluppo non altrimenti specificato).

Sono i disturbi descritti ed identificati che permetto di identificare l’autismo, attribuendo (secondo la linea guida) “al soggetto caratteristiche di “funzionamento autistico” che lo accompagnano durante tutto il ciclo vitale, anche se le modalità con le quali si manifestano, specie per quanto riguarda il deficit sociale, assumono un’espressività variabile nel tempo“.

I redattori della linea Guida chiudono sul punto che “Conseguenza comune è comunque la disabilità che ne deriva e che si manifesta durante tutto l’arco della vita, anche se con gravità variabile da soggetto a soggetto“.

Essendo l’interpretazione giuridica un’attività complessa ricordiamo, infine, a noi stessi da un lato l’importanza di avere delle linee guida su cui poggiarsi per poggiare i primi rudimenti di una definizione e dall’altro l’antico, ma sempre valido, insegnamento che omnis definitio in iurepericulosa est.


Fonti utilizzate per la redazione del contributo

“Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti (di seguito solo “linea guida”)” redatta a cura del Sistema Nazionale delle Linee Guida (Ministero della Salute – Istituto Superiore di Sanità)